Negli ultimi anni, sempre più frequente è stato il ricorso all’ attività di carbon offsetting o compensazione carbonica[1], con cui le aziende decidono in maniera volontaria[2] di compensare l’impronta carbonica della propria organizzazione o dei propri prodotti. Tale meccanismo si realizza attraverso l’acquisto di crediti di carbonio correlati a progetti certificati [3] di riduzione delle emissioni, che assorbono o evitano la CO2.
Le misure di compensazione, nonostante siano riconosciute come uno strumento valido per raggiungere obiettivi di neutralità a livello aziendale, sono state oggetto di contestazione. Da un lato, perché si tratta di investimenti su progetti che non sono direttamente correlati alla propria catena di valore, dall’altro perchè potrebbe sussistere il rischio di una mancata “addizionalità” dei progetti finanziati, poiché relativi ad attività di ordinaria amministrazione.
Recentemente, alcune aziende hanno esplorato nuovi approcci, come il carbon insetting[4], considerato un metodo più completo e che prevede investimenti su attività operanti all’interno della sfera di influenza dell’azienda stessa. Si caratterizza, infatti, per il duplice obiettivo di ridurre o sequestrare le emissioni di carbonio e di generare impatti positivi per l’intero ecosistema, le comunità locali e gli agricoltori.
Come spiegato dall’ International Platform for Insetting nel documento “A practical Guide to Insetting” [5], le aziende possono contribuire partecipando a programmi di agroforestazione e pratiche di agricoltura rigenerativa[6] per costruire una vera e propria resilienza climatica, combattere la perdita di biodiversità e incrementare il benessere delle comunità locali. Il documento, basato sulle esperienze di aziende pioniere dell’insetting, è una guida pratica che, partendo dalla valutazione della propria catena di fornitori, consente di individuare le attività che meglio limitino i rischi climatici e favoriscano i benefici nel lungo termine. Per fare ciò è necessario avere una governance consolidata e sviluppare una strategia di sostenibilità olistica. Fondamentale è, inoltre, il coinvolgimento di tutti i propri stakeholder e la comunicazione all’esterno dei propri progressi, anche attraverso l’utilizzo delle più recenti tecnologie, come le Internet of Things (IoT) e la Blockchain.
A questo punto, la domanda se le azioni di carbon insetting dovranno sostituire quelle di carbon offsetting non ha una risposta definitiva. Ogni azienda dovrebbe individuare in base al proprio core business la strategia più adeguata per raggiungere obiettivi di decarbonizzazione, intervenendo proattivamente sulle proprie emissioni dirette e aderendo a progetti di insetting e offsetting per azzerare le emissioni indirette e quelle residuali.
Riferimenti
[1] Compensazione CO2 (carbon offset): una breve guida, 2021. Disponibile qui: https://climateseed.com/blog/compensazione-co2-carbon-offset-una-breve-guida
[2] Carbon Market: Overview, 2021. Disponibile qui:
[3] Certificati secondo Gold Standard, VCS, Plan Vivo o Climate Action Reserve.
[4] Is ‘Insetting’ the New ‘Offsetting’? Technical Paper TP-090413-A, Econometrica press, 2009.
[5] A practical guide to insetting, International Platform for insetting, 2022.
[6] Nature-based Solutions to address global societal challenges, IUCN, 2016
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