Intervista a Giacomo Magatti, Sustainability and Carbon Manager Rete Clima
Rete Clima è una Impresa Sociale che supporta le aziende in percorsi di governance sostenibile, decarbonizzazione, sostenibilità, partecipazione e rendicontazione delle performance ESG verso gli stakeholder. Costituita nel 2011, è oggi strutturata ed opera come network tecnico e di comunicazione. La Rete, anche in collegamento con il mondo accademico e della ricerca, sviluppa insieme alle aziende concrete azioni nei settori ESG, con una particolare attenzione al territorio locale.
Quali soluzioni e strategie offrite per le aziende che vogliono ridurre i propri impatti negativi sull’ambiente?
Rete Clima coinvolge le aziende, i cittadini e le amministrazioni in azioni orientate allo sviluppo sostenibile, in linea con gli SDGs definiti dall’Onu per il 2030. La Rete supporta le aziende nello sviluppo di concreti progetti di:
- economia circolare; pianificazione dello sviluppo sostenibile dell’Azienda; supporto alla governance sostenibile; CSR; forestazione nazionale nell’ambito della Campagna nazionale Foresta Italia; comunicazione e rendicontazione ambientale e sociale; Green Public Procurement ed appalti verdi; decarbonizzazione; contrasto al cambiamento climatico (mediante carbon footprint e riduzione e compensazione di CO2).
La forestazione è solo una delle soluzioni di compensazione. Che impatti si possono raggiungere e come funziona il vostro modello? Ci puoi raccontare un esempio di un progetto virtuoso?
Le attività forestali rientrano nella Campagna Foresta Italia promossa in collaborazione con Coldiretti e PEFC, nata nella primavera del 2022 con l’obiettivo di aumentare le foreste italiane e di migliorare quelle esistenti attraverso una gestione attiva. Grazie all’attività di nuova forestazione o di riforestazione, la Campagna intende incrementare la naturalità dei territori e le connessioni ecologiche locali, ma anche tutelare la biodiversità, migliorare la qualità dell’aria, contribuire a contrastare il riscaldamento globale. La campagna Foresta Italia prevede la messa a dimora di piante autoctone, appartenenti a diverse specie arboree e arbustive adatte alle zone d’intervento. Si tratta di piante coltivate nei vivai locali e certificate da Passaporto fitosanitario che ne garantisce il controllo, la tracciabilità e l’assenza di malattie la cui diffusione potrebbe causare gravi danni economici ed ambientali. La Campagna Nazionale Foresta Italia ha ricevuto il patrocinio morale del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e del MASAF (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) per il suo alto valore ambientale.
Un esempio di progetto virtuoso che possiamo citare è quello promosso assieme a CONAD che ha iniziato a lavorare con noi a una campagna di ingaggio innovativa, valutando e neutralizzando la carbon footprint dei prodotti della collezione di oggetti di una campagna di Loyalty, mediante valutazioni di LCA (Life Cycle Assessment). La neutralizzazione delle emissioni di gas serra è stata operata tramite annullamento di crediti di carbonio ma l’azienda ha deciso di dare il via, in occasione dei propri 60 anni, anche alla campagna “Forestiamo insieme l’Italia” piantando assieme a noi 20.000 alberi in Italia, con attività in tutte le regioni. Un regalo di natura alle Regioni italiane a cui anche i clienti Conad hanno potuto partecipare direttamente contribuendo parzialmente ad essa attraverso l’acquisto di prodotti a marchio.
Come si può vedere, il progetto iniziale parte da una fase di assessment delle emissioni, primo passo necessario per qualsiasi attività di decarbonizzazione. Quella che propone Rete Clima è infatti una vera e propria filiera che parte da una valutazione iniziale di Carbon Footprint per un prodotto, un servizio, un evento o un’intera organizzazione. Questa valutazione emissiva diventa la baseline per un management per la riduzione delle emissioni di gas serra, con obiettivi e target a breve, medio e lungo termine verso l’orizzonte Net Zero al 2050. Parallelamente, in una strategia di breve termine, è possibile neutralizzare le emissioni calcolate tramite crediti di carbonio certificati.
Hai partecipato in rappresentanza di Rete Clima al panel del Salone della CSR e dell’innovazione sociale da noi curato. La crisi climatica è in atto: oltre all’importanza delle azioni individuali, serve un’azione collettiva: come coinvolgere in modo concreto le organizzazioni e i vari attori sociali?
Credo fortemente che il primo passo da fare sia creare una cultura comune sulla crisi climatica. Questo parte dal parlare la stessa lingua, dall’avere la stessa grammatica di base, lo stesso lessico. Dobbiamo far sì che, a partire dalle scuole fino alle più grandi organizzazioni, si conosca davvero cosa significhino termini quali crisi climatica, transizione, decarbonizzazione, carbon footprint, mitigazione, adattamento, compensazione. Dovremmo poi imparare a capire qual è la nostra impronta emissiva personale e collettiva: solo così si può capire e dare importanza alle diverse azioni da compiere.
A proposito di questo voglio citare un altro bel progetto, significativo anche per il nome: Azioni Concrete Impronte Leggere (ACIL). Un progetto che coinvolge scuole ed enti del terzo settore di tutta Italia di cui siamo partner assieme a 8 organizzazioni non governative che operano in Italia e all’estero, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione alla Sviluppo. Per questo progetto, oltre ad un percorso di formazione su diversi livelli che mira proprio a dare basi culturali comuni sulla crisi climatica, abbiamo sviluppato un calcolatore della carbon footprint che potrà permettere a tutti questi attori di capire qual è il contributo emissivo di tutte le proprie attività così da poter pianificare progetti efficaci di riduzione.
Intervista tratta dall'eBook "Il Clima cambia: soluzioni innovative per affrontare la crisi climatica", per leggere tutte le altre esperienze raccolte nell'eBook clicca qui.
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