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Gli Stati generali dell’azione per il clima: il primo passo di un percorso condiviso

Il primo weekend di settembre in val d’Ossola si sono tenuti gli Stati generali dell’azione per il clima. Ne hanno già scritto diverse testate, tra cui Domani e Linkiesta, con contributi firmati rispettivamente da Ferdinando Cotugno e Novella Gianfranceschi, che danno ampiamente conto dei lavori svolti.


Quello che vorrei fare io in poche righe è raccontare le sensazioni di queste giornate da parte di chi le ha vissute dall’interno, di chi fa parte di associazioni o realtà che si occupano a vario titolo di ambiente e sostenibilità, e che ormai da tempo auspica un’accelerazione dell’agenda politica su questi temi.


Iniziamo però dal punto zero: cosa sono (stati) gli Stati generali dell’azione per il clima? Una chiamata a raccolta di tutte le associazioni e i movimenti ambientalisti italiani promossa da Ci sarà un bel clima, un collettivo nato nel 2020 proprio con l’obiettivo di mettere in rete le diverse realtà ecologiste presenti sul nostro territorio. Il panorama dell’ambientalismo italiano è infatti caratterizzato da una pluralità di voci, che però non sempre riescono a esprimersi in maniera corale, rischiando la frammentazione. Non a caso, Ferdinando Cotugno, nel talk di venerdì 1 settembre che ha dato il via all’evento, ha parlato della necessità di una sintesi tra le diverse realtà ecologiste.


Sintesi che, in questo primo momento, non si è configurata in maniera compiuta: mancavano, infatti, realtà di primo piano dell’ambientalismo italiano come le storiche WWF, Legambiente e Greenpeace, nessuna delle quali ha mandato delegazioni ufficiali; mancava anche Ultima Generazione, mentre erano presenti attivisti di Extinction Rebellion, ma non portavoce del movimento. Tante però le realtà che hanno partecipato, tra cui Fridays For Future, con un’ampia delegazione, ONG e ONLUS come ActionAid e Italian Climate Network, associazioni come il CAI e Terra!. Presenti anche interessanti realtà attive nel marketing e nella comunicazione green, come FutureVox e Green Influencer Club. Oltre a ciò, una varietà di soggetti più o meno formali, attivi a livello nazionale e locale, per un totale di circa 80 attivisti e attiviste.



Foto: Gabriele Ruffato

In queste giornate si è puntato soprattutto a conoscersi, iniziare a creare un “senso del noi”, tratteggiare il primo abbozzo di un orizzonte comune entro il quale iscrivere le future azioni. Solo nell’ultima mezza giornata, quella di domenica 3 settembre, si sono discussi i temi su cui concentrarsi per il percorso dei prossimi mesi. Tutto ciò è stato possibile grazie alla facilitazione, gestita da La Prossima Cultura.


Foto: Gabriele Ruffato

In sintesi, in questi primi tre giorni insieme, si è visto come il percorso da costruire non sia semplice: come dicevo, l’adesione di alcuni soggetti rilevanti sul piano nazionale è di primaria importanza, come è importante dibattere temi storicamente divisivi, come il nucleare, capire quale posizionamento politico darsi come rete e a che livello agire… Al netto di ciò, il bilancio è più che positivo: le sensazioni prevalenti entusiasmo, speranza e la consapevolezza dell’inizio di un percorso condiviso.


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