Uno strumento a disposizione delle aziende per la transizione verso la sostenibilità in ambito energetico
Negli ultimi anni il tema della decarbonizzazione ha assunto una sempre maggiore centralità, diventando uno dei pilastri della gestione della sostenibilità aziendale.
L’aumento di una sensibilità sociale diffusa nei confronti della tematica ha portato una parte consistente del settore privato a mettere nero su bianco i propri obiettivi verso una transizione green e definire dei piani di azione per ridurre le carbon emissions all’interno dei propri Piani di Sostenibilità.
La riduzione dei consumi energetici risulta spesso però molto complicata e piani di efficientamento energetico, nel momento in cui un’azienda cresce e vive un’espansione delle proprie attività (e quindi dei propri consumi), non compensano un accresciuto impatto sul clima causato dalla produzione di questa energia aggiuntiva.
Numerose aziende hanno deciso dunque di utilizzare una percentuale sempre maggiore di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Uno degli strumenti emergenti per affrontare questo cambio di paradigma energetico è il Corporate Power Purchase Agreement (PPA), una tipologia di contratto a lunga durata tra due parti, l’azienda acquirente e il produttore di energia da fonti rinnovabili (quasi esclusivamente solare ed eolico), che prevede il ritiro dell’energia prodotta da impianti rinnovabili.
Il crescente sviluppo di questa tipologia di contratti, che ogni anno vede il segno positivo davanti al dato dell’aumento dell’energia pulita scambiata tramite PPA, si spiega attraverso una serie di vantaggi per le due parti e due condizioni sistemiche che ne hanno permesso la diffusione su larga scala.
Iniziamo analizzando i vantaggi per le due parti.
È facile intuire come l’acquirente abbia innanzitutto la possibilità di dimostrare di utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili in un contesto, come detto, di crescente attenzione nei confronti della tematica da parte dei consumatori. Se concluso ad un prezzo fisso, come spesso accade, il PPA consente inoltre di fissare il prezzo di acquisto dell’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili per un periodo di tempo prestabilito, garantendo la copertura dalla volatilità del prezzo dell’energia.
Dal lato del proprietario degli impianti, invece, la sottoscrizione di un PPA rappresenta un aspetto ancora più determinante, dal momento che ne agevola notevolmente la possibilità di ottenere un finanziamento (la bancabilità) per la costruzione dell’impianto, garantendo la stabilità finanziaria negli anni successivi.
Fondamentali inoltre, per la recente crescita di questo strumento innovativo, sono state due condizioni sistemiche del mercato delle energie rinnovabili: il progressivo ridursi del sistema “aggressivo” di incentivazione pubblica dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili che aveva contraddistinto i primi anni successivi alla crisi, dando vita alla crescita esponenziale della capacità produttiva, ed il crollo dei costi per la costruzione dei nuovi impianti di energia rinnovabile, dovuto principalmente allo sviluppo tecnologico.
Come mostrato dal grafico di cui sopra, i PPAs costituiscono uno strumento sempre più in voga tra le aziende, a partire proprio dalle grandi imprese energivore statunitensi (tra cui i colossi tech Google, Amazon, Apple) che si pongono come leader e fungono da esempio per tutte le altre.
I PPAs possono rappresentare un perno cruciale dei Piani di Sostenibilità, poiché permettono di adottare soluzioni che non impattano negativamente la sostenibilità economica del business, aumentando però la capacità produttiva globale di energia da fonte rinnovabile.
Bibliografia
IEA, World Energy Outlook 2018
IRENA, Global Renewables Outlook, (2020)
UNECE, Understanding Power Purchase Agreements, (2016)
WBCSD, Corporate Renewables Power Purchase Agreements, (2016)
WBCSD, Business Climate Resilience, (2019)
WBCSD, Innovation in Power Purchse Agreement Structure, (2018)
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