Intervista a Riccardo Leonardi, CEO &Co-founder ReLearn
ReLearn è una start-up “cleantech” tutta italiana fondata nel 2021 a Torino con la mission di sviluppare soluzioni tecnologiche volte al miglioramento del processo di gestione dei rifiuti. Il prodotto principale è Nando, un cestino intelligente che rende i rifiuti “risorse” ovvero dati da analizzare per proporre nuove pratiche più virtuose. Semplificare, innovare e ridurre, queste sono le tre parole che descrivono la mission di questo team di giovani ingegneri.
Partiamo dalle basi, come nasce ReLearn? Cosa vi ha spinto a creare la vostra startup e quali obiettivi vi siete dati sin dall’inizio?
ReLearn, il cui significato deriva dall’unione delle parole re-cycling e machine learning, è una start up nata nel 2021 da un gruppo di amici ed ex colleghi con competenze tecniche che si propone di costruire un futuro migliore, focalizzandosi sull’innovazione e la ricerca di soluzioni per una corretta gestione dei rifiuti. Siamo un team composto pressoché da ingegneri, quasi tutti con esperienze pregresse nel settore automobilistico, dove ci occupavamo di sviluppare prodotti nel campo dell’innovazione tech e in particolare della guida autonoma. Dopo un po’ abbiamo deciso di metterci insieme per utilizzare quello che sapevamo fare, non più per produrre automobili, ma per creare qualcosa che potesse generare un cambiamento a livello ambientale e soprattutto che potesse aiutare aziende e individui a conoscere che tipo di rifiuti ogni giorno producono, come riciclarli e come ridurne la quantità.
Potresti raccontarci più nel dettaglio come lavorate per poter aiutare i vostri clienti a ridurre la quantità di rifiuti prodotti?
Il nostro approccio si basa su una costante misurazione e analisi dei dati raccolti con le nostre tecnologie. Questo processo è permesso grazie all’installazione di tecnologie come Nando, un sistema basato sull’intelligenza artificiale capace di misurare la quantità, la tipologia e la qualità della raccolta differenziata. Tre parametri che teniamo costantemente sotto controllo.
In questi anni abbiamo modificato il nostro modello operativo, scontrandoci anche con le difficoltà che ogni start up ha nel trovare un mercato, ma abbiamo sempre cercato di portare avanti la nostra idea com’era, ovvero utilizzare l’AI per riconoscere i rifiuti e facilitare la raccolta differenziata. Oggi, utilizziamo questa tecnologia per aiutare le aziende a seguire quella che è la Waste Framework Directive dell’Unione Europea.
Con i nostri clienti andiamo infatti a fare prima di tutto una baseline per capire quanto le persone siano capaci di fare la raccolta differenziata e vediamo in contemporanea quali sono i rifiuti maggiormente prodotti e impattanti per il contesto aziendale. Sulla base di questi primi dati raccolti, cerchiamo soluzioni che possano essere più virtuose per l’azienda e successivamente cerchiamo quali possono essere le soluzioni zero waste. In questo caso serve uno sforzo maggiore per l’impresa nel trasformare un oggetto di scarto come un packaging in un oggetto ri-utilizzabile.
Questa gestione dei dati raccolti ci permette di dire che Nando non è soltanto una tecnologia all’avanguardia bensì uno strumento che aiuta le aziende a conformarsi alla direttiva europea.
A questo approccio, abbiamo poi aggiunto il supporto ai clienti nel riciclo e riutilizzo dei materiali di scarto. Un processo di consulenza che si basa sempre su una quantificazione e analisi degli scarti prodotti. Per esempio, se vediamo che in un’azienda la maggior parte dei rifiuti prodotti sono bicchierini di plastica o bottiglie di plastica, andiamo a quantificare i kg di scarti prodotti attraverso la nostra AI, ne valutiamo l’impatto a livello di smaltimento e andiamo a proporre delle alternative. In questo caso proporremo all’azienda di utilizzare al posto dei bicchieri di plastica delle tazzine o dei distributori di acqua. Cerchiamo di capire se sostituire gli oggetti (dalla plastica al tetrapack) è più impattante o meno a livello ambientale.
Hai nominato Nando per il supporto nel sensibilizzare gli utenti a una corretta raccolta, ma come funziona questa tecnologia?
Nando è il cuore tecnologico di ReLearn. Nato con l’idea di automatizzare il sorting dei rifiuti, questa tecnologia si basa sul riconoscimento delle immagini per identificare il rifiuto ed è stata ideata grazie alle competenze del nostro team sviluppate nell’ambito della guida autonoma, settore in cui questa tecnologia AI è ben sviluppata.
Andando più nel dettaglio, in base alle immagini del contenuto del cestino/container ottenute grazie a dei sensori plug and play installati sul contenitore, Nando è in grado di riconoscere la tipologia di rifiuto, quanto pesa, dove deve essere smistato e anche se l’oggetto analizzato è stato buttato nel cestino corretto. Oltre a questo, quello che facciamo, opzionale per l’azienda, è mettere dei tablet interattivi che utilizzano sempre la stessa tecnologia e che informano dove gettare il rifiuto che si ha in mano, dando anche delle informazioni sulla qualità della raccolta differenziata generata in azienda, sulla tipologia di rifiuti che vengono prodotti, quanti ne vengono prodotti.
Tutte queste informazioni vengono condivise con i nostri clienti, che sono prettamente grandi uffici, imprese, scuole e università. Luoghi dove si produce una grande quantità di rifiuti e organizzazioni che devono redigere i bilanci di sostenibilità e rispettare la rendicontazione dell’Unione Europea.
Come ReLearn promuove l’educazione e la sensibilizzazione riguardo il riciclo dei materiali e più in generale la lotta contro la crisi climatica?
La nostra missione principale è promuovere la consapevolezza ambientale, sensibilizzando sulle alternative esistenti ai rifiuti prodotti e facilitando una corretta raccolta e riciclo grazie a tecnologie che riconoscono gli oggetti buttati. Ciò parte dalla necessità di quantificare i rifiuti, un aspetto spesso trascurato rispetto ad altre fonti di emissioni come il gas, l’acqua, l’elettricità per cui esistono dei contatori che tengono traccia delle emissioni. Utilizziamo Nando in primis proprio per rendere consapevoli i nostri clienti del loro impatto e dell’esistenza di alternative. Per noi di ReLearn differenziare correttamente significa proprio ridurre le emissioni di CO2. Quello che cerchiamo di fare è associare alla quantità di rifiuti generata un parametro emissivo che può essere dato proprio dalla quantità di CO2 emessa.
Quali sono gli obiettivi futuri di ReLearn in termini di espansione, impatto e innovazione?
Guardiamo al futuro con l’obiettivo di crescere ulteriormente sul territorio europeo, e successivamente estendere la nostra mission ed esperienza anche in quelle zone del mondo dove c’è effettivamente una grossa produzione di rifiuti e dove c’è una correlazione tra aumento della popolazione e aumento dei consumi pro-capite (che di conseguenza si traduce in un aumento di rifiuti pro-capite). Vogliamo essere una best practice per questi paesi per combattere il problema di gestione e smaltimento dei rifiuti, aiutando aziende e municipalità e offrendo soluzioni basate sui dati per ottimizzare la gestione dei rifiuti e creare una nuova filiera circolare che sia da esempio per tutti nel mondo, dove i rifiuti diventano risorse.
A livello di innovazione, ci sono diversi passaggi che ci aspettano, in particolare dobbiamo sviluppare della sensoristica che possa essere installata outdoor e quindi che sia dotata di una batteria autonoma. E poi stiamo cercando di rendere Nando sempre più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. Insomma ci aspettano nuove sfide che ci vedranno in azione per portare avanti la nostra mission: utilizzare l’intelligenza artificiale per trasformare i rifiuti in una risorsa.
Intervista tratta dall'eBook "Il Clima cambia: soluzioni innovative per affrontare la crisi climatica", per leggere tutte le altre esperienze raccolte nell'eBook clicca qui.
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