“Life in plastic, is fantastic” recitava un tormentone del 1997 e mai gli anni Novanta sono sembrati così lontani se paragonati alla sensibilità che oggi impera sul tema plastica. Un vero e proprio cambiamento di paradigma che ha portato in venti anni la società a ripensare sé stessa trovandosi stretta in una vera e propria morsa mortale: nel 1989 venivano prodotte 100 milioni di tonnellate di plastica, 200 milioni nel 2000 e 250 milioni nel 2009. Nel 1990 la produzione ha superato quella dell’acciaio e oggi la plastica è il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo acciaio e cemento. La plastica vergine prodotta dal 2000 a oggi è pari alla plastica prodotta nei 50 anni precedenti. [1] Eliminare quindi la plastica dal sistema produttivo e dalle nostre vite è la sfida che ci aspetta nei prossimi decenni.
Plastic Free Certification (PFC) nasce proprio per aiutare il mondo verso questa transizione. Si tratta di una start up innovativa tutta italiana che ha redatto il primo standard di livello internazionale per accompagnare enti, istituzioni ed aziende nella loro transizione verso una società plastic free [2]. Lo standard operativo definisce procedure, meccanismi di audit e formazione per un approccio graduale a questo cambiamento epocale. PFC è un organismo di certificazione indipendente, i processi operativi che propone sono finalizzati alla totale eliminazione delle plastiche usa e getta lungo tutta la catena di valore, inclusi imballaggi e fornitori. Il percorso comincia e si sviluppa con un approccio graduale che garantisce l'applicabilità della Norma in qualunque realtà, dalla più piccola alla più grande.
PFC è nata a fine 2019 in Abruzzo da un gruppo di attivisti ambientali, professionalità del settore delle certificazioni ed esperti di materiali alternativi alle plastiche con esperienza decennale nella Green Economy. L'iniziativa ha riscontrato un forte interesse, riuscendo a certificare realtà virtuose nel mondo della ristorazione come il ristorante francese Mirazur (ristorante migliore al mondo nel 2019 e secondo World's 50 Best Restaurants) e Le Petit Cambodge di Parigi. Ma la certificazione e il suo standard possono coinvolgere qualunque tipo di organizzazione. Inoltre, Plastic Free Certification si è costituita come Società di Benefit (Benefit Corporation), persegue quindi per statuto finalità di beneficio comune e opera in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente.
In Europa, dal 2021, alcuni prodotti in plastica monouso saranno vietati per legge [3], sarà quindi obbligatorio trovare alternative. I materiali sostitutivi della plastica convenzionale sono quelli che definiamo compostabili, ovvero capaci di disintegrarsi in poche settimane per trasformarsi in compost (terriccio) tra cui possiamo citare la polpa di cellulosa, la carta, il legno, il cartoncino, le bioplastiche. Oppure i materiali “edibili” ovvero commestibili come, ad esempio, i piatti di crusca o di canna da zucchero.
Insomma, il nostro futuro sarà sicuramente plastic free: “Life without plastic, is fantastic”! Di Luca Georg
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