Inaugurata il 7 marzo, ad otto giorni dal primo Sciopero Mondiale per il futuro, che ha visto manifestazioni in più di 2000 città in tutto il mondo, la mostra Capire il cambiamento climatico di Milano affronta un tema da tempo discusso, ma mai realmente centrale nel dibattito odierno: quello dei cambiamenti prodotti dalle azioni umane sul pianeta Terra, le loro conseguenze e i modi in cui è possibile contrastarle.
Situata all’interno del Museo di Storia Naturale di Milano, la mostra curata da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e direttore della rivista Nimbus, rimarrà aperta fino al 26 maggio, per incontrare chi è da sempre sensibile al tema ma anche chi, risvegliato dall’esempio di Greta Thunberg e dalla mobilitazione generatasi intorno al movimento FridaysForFuture, sta iniziando proprio ora ad interrogarsi sul cambiamento climatico e su come sia possibile agire per invertirne la direzione di marcia.
Breve, incisiva e, soprattutto, adatta a tutti, la mostra prevede un percorso articolato in tre sale, alle quali sono associate altrettante parole chiave.
La parola “vivere” introduce al primo spazio espositivo, dedicato alle meraviglie della biosfera. I visitatori sono invitati a contemplarne la bellezza grazie all’utilizzo di tecnologie immersive, che proiettano sulle pareti della stanza scatti realizzati dai fotografi di National Geographic.
Ad introdurre le sezioni successive troviamo invece la parola “capire”. Le immagini cambiano, mostrando alcune delle conseguenze prodotte dalla presenza umana sulla Terra, da campi petroliferi abbandonati a città sovrappopolate. Ai visitatori è chiesto, quindi, di uscire gradualmente dalla dimensione emotiva per entrare in una dimensione maggiormente riflessiva. In questo sono accompagnati dalle storie raccontate da quattro diverse specie che vivono sulla Terra, tra cui l’essere umano. Proprio quest’ultimo, pur affermando che “leviamo lo sguardo verso un cielo che non possiamo più vedere” a causa dell’inquinamento, evidenzia come ci sia ancora “la possibilità di scegliere”.
La terza sala gioca sia sulla consapevolezza, con infografiche che affrontano temi quali l’inquinamento causato dalla plastica e il futuro del clima, sia sull’esperienza, invitando ciascuno a mettere alla prova le proprie abitudini di consumo attraverso giochi interattivi. La mostra si conclude con la parola “Agire” accompagnata da una forte call to action: “Adesso tocca a noi. Cambiamo il nostro futuro”.
La domanda, dunque, è proprio questa: cosa faremo usciti da questa mostra? Cambiare il nostro comportamento non è semplice né immediato, ma rientra in un processo articolato in più fasi, che presenta momenti di progresso e momenti di regressione ad abitudini che sembravano scomparse (Prochaska & Di Clemente, 1982). Consapevoli, però, che per ottenere un cambiamento duraturo sono necessari innanzitutto dei tentativi di azione, l’invito è proprio quello a sperimentare ciò che è suggerito dalla mostra, a partire dai comportamenti più vicini alla nostra vita quotidiana e sui quali sentiamo di poter avere maggior successo.
E ricordiamo che non siamo soli in questo processo. Ci vediamo il 24 maggio, al prossimo Sciopero Mondiale per il futuro.
Riferimenti
Banfo D., Serloni L. & Zunnino C. Clima, manifestazioni in tutto il mondo. Gli studenti invadono le piazze: "Solo in Italia un milione", in Repubblica, disponibile da: www.repubblica.it
Myers, D. G. (2008). Social Psychology. The McGraw-Hill Companies (trad. it. Psicologia Sociale, McGraw-Hill, Milano, 2009).
Natgeoexperience.com
Prochaska, J. O., & DiClemente, C. C. (1982). Transtheoretical therapy: Toward a more integrative model of change. In Psychotherapy: theory, research & practice, 19(3), 276.
Www.nimbus.it
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